U Liotru: storia e mito dell'elefantino di Catania
La Sicilia è una terra variopinta, la cui storia abbraccia tutte le culture che hanno solcato il
Mediterraneo fin dai tempi antichi, e Catania è uno dei siti più belli e vari di tutta la costa orientale dell'isola. Basti fare un giro in centro per essere catturati dalla bellezza eccentrica e sfaccettata di questa città: palazzi signorili in stile rococò si alternano ad edifici e chiese dal gusto barocco, mentre le piazze e le strade raccontano quella quotidianità genuina che solo Catania può offrire. Percorrendo la via principale, è facile imbattersi nelle bellezze storiche della città; un esempio è la meravigliosa Piazza Duomo, dove si trovano la Cattedrale di Sant'Agata e la sede del municipio. Ed è proprio qui che lo sguardo si posa su qualcosa di assolutamente originale: al centro della piazza, posto su una fontana zampillante acqua, un elefantino in pietra lavica rivolge la sua proboscide in direzione della cattedrale, mentre sorregge sulla schiena un obelisco egizio. I catanesi lo chiamano affettuosamente u Liotru e lo reputano il simbolo per eccellenza della città.
![](https://static.wixstatic.com/media/0de6dc_b0bce4c9d6234290a703212a92c6ae27~mv2.jpg/v1/fill/w_696,h_298,al_c,q_80,enc_auto/0de6dc_b0bce4c9d6234290a703212a92c6ae27~mv2.jpg)
Piazza Duomo, Catania
Ma quanti di loro conoscono le origini di questa singolare scultura? Secondo le fonti ufficiali, l'opera è stata realizzata dall'artista palermitano Vaccarini in occasione della ricostruzione della città etnea dopo il terremoto del 1693. La base della fontana è formata da un piedistallo in marmo bianco posto al centro di una vasca. Sul basamento, due sculture riproducono i due fiumi che bagnano Catania, il Simeto e l'Amenano. L'elefantino, ricavato da un unico blocco di pietra lavica, si trova sopra il piedistallo e porta sulla schiena un obelisco decorato da una palla e un cartiglio recante l'incisione "MSSHDEPL" («Mente sana e sincera, per l'onore di Dio e per la liberazione della sua patria»). Ai lati dell'elefante cade una gualdrappa marmorea, sulla quale sono incisi gli stemmi di sant'Agata. Alcune fonti affermano che, a seguito del terremoto del 1693, le zampe posteriori dell'elefantino si rovinarono e furono restaurate dallo stesso Vaccarini in vista della sua collocazione in Piazza Duomo. Purtroppo, non si hanno dati certi sulla paternità della scultura: vari studiosi hanno cercato di dare una risposta a questa domanda. Per esempio, lo studioso seicentesco Pietro Carrera scrisse che il Liotru era il simbolo della vittoria dei catanesi sui libici. La storia, però, risulta totalmente inventata.
![](https://static.wixstatic.com/media/0de6dc_6559200d87654b15855673371cecc07d~mv2.png/v1/fill/w_980,h_627,al_c,q_90,usm_0.66_1.00_0.01,enc_auto/0de6dc_6559200d87654b15855673371cecc07d~mv2.png)
Dettaglio Fontana dell'Elefante, Piazza Duomo, Catania
Fin qui abbiamo solo accennato alla parte artistica della storia del famoso elefantino; eppure, alcuni catanesi credono in una versione alternativa della nascita dell'animale: l'elefantino dovrebbe il suo appellativo (u Liotru) alla storpiatura del nome Eliodoro. Secondo il folklore siciliano, questi era un nobile catanese che avrebbe tentato, senza successo, di diventare vescovo. Caduto in disgrazia, rinnegò la fede cristiana e divenne «discepolo degli Ebrei, negromante e fabbro di idoli». Si sarebbe opposto, addirittura, al vescovo Leone II il Taumaturgo, che lo condannò al rogo con l'accusa di eresia. Eliodoro strinse, allora, un accordo con il demonio per ottenere il potere e realizzò, con l'aiuto della magia, la statua di un elefante. La utilizzava per spostarsi da Catania a Costantinopoli e per fare dispetti ai poveri abitanti della città. Dopo la scomparsa di Eliodoro, il vescovo Leone II ordinò di portare la statua fuori dalle mura cittadine ma il popolo continuava ad attribuirle qualità magiche.
Contrariamente a quanto dice la leggenda, la statua dell'elefante sembrerebbe fungere da gnomone della meridiana posta al centro di Piazza Duomo. Il monumento, infatti, misurerebbe il tempo sfruttando le ombre provocate dalla luce del sole e, per tale motivo, viene detto "eliotrico" (abbreviato in dialetto catanese "liotru"). Inoltre, è importante notare che dopo il terremoto del 1693, la ricostruzione di Catania coincise con il periodo di maggior diffusione delle meridiane in Sicilia e nel Sud Italia. Secondo il viaggiatore settecentesco Jean Houel "l'obelisco … fu messo in una pubblica piazza perché servisse da stilo, o da gnomone, per indicare l'ora con la sua ombra proiettata su di un quadrante tracciato a terra". Un'altra teoria, data da un geografo del XII secolo, afferma che la statua dell'elefante avesse proprietà magiche e che proteggesse il centro abitato dalla minaccia dell'Etna.
![](https://static.wixstatic.com/media/0de6dc_a90f2d3bd57947289d555e0c4da9cab1~mv2.png/v1/fill/w_700,h_400,al_c,q_85,enc_auto/0de6dc_a90f2d3bd57947289d555e0c4da9cab1~mv2.png)
Scorcio Piazza Duomo, Catania
Il legame tra Catania e il suo liotru è molto antico e forte.
Il simpatico elefantino è stato riconosciuto simbolo ufficiale della città nel 239 d.C.; prima di allora, l'emblema cittadino era l'immagine di San Giorgio. I catanesi cambiarono stemma dopo una serie di rivolte popolari che volevano il passaggio del centro abitato da dominio vescovile a città demaniale. Dopo i moti del 1195, 1207 e 1221, l'imperatore Federico II concesse alla città il demanio e, per festeggiare la vittoria, il popolo recuperò dall'esterno delle mura il nuovo simbolo. Successivamente, l'animale venne inserito nello stemma comunale e in quello della città metropolitana e dell'università e oggi è la mascotte delle principali società sportive locali.
Commenti